Assedio delle legazioni parte della rivolta dei Boxer | |||
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Data | 20 giugno[N 1] - 14 agosto 1900 | ||
Luogo | Quartiere delle legazioni internazionali di Pechino, Cina | ||
Esito | Vittoria dell'Alleanza delle otto nazioni | ||
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L'assedio delle legazioni ebbe luogo tra il 20 giugno e il 14 agosto 1900 a Pechino, capitale dell'allora Impero cinese, quando i ribelli appartenenti alla Società di giustizia e concordia, comunemente noti come Boxer, assediarono col supporto di unità dell'esercito imperiale cinese il quartiere delle legazioni diplomatiche internazionali presenti in città. Le legazioni di Pechino allora ospitavano centinaia di civili, diplomatici e militari occidentali, più migliaia di cristiani cinesi che vi avevano trovato rifugio per scampare ai massacri compiuti dai Boxer.
L'assedio fu l'episodio culminante della rivolta dei Boxer. Già dal 1898, dopo il colpo di Stato subito dall'imperatore Guangxu, la Cina era stata interessata da violente ondate di xenofobia contro gli stranieri, culminate nella costituzione della Società di giustizia e concordia, che aveva come obbiettivo la cacciata e lo sterminio di tutti gli occidentali presenti nell'impero. I ribelli, ribattezzati Boxer dalla stampa europea, avevano l'appoggio segreto dell'imperatrice Cixi, che sperava di liberarsi delle ingerenze occidentali e di rescindere i trattati ineguali che condizionavano l'economia e la politica cinese al volere delle potenze coloniali.
Al culmine di mesi di tensioni crescenti, il partito dello xenofobo principe Duan riuscì a far prevalere una linea pro-Boxer nella corte della Città Proibita, e nel giugno 1900 Cixi ordinò a tutti gli stranieri di abbandonare Pechino. Consci del pericolo che avrebbe costituito lasciare la città, gli occidentali si trincerarono nel quartiere delle legazioni, pronti a sostenere l'assalto dei Boxer, che ormai controllavano le strade della capitale. Qui, per sei settimane, meno di 500 militari appartenenti a varie nazioni del mondo difesero altrettanti civili occidentali e più di 3000 cinesi cristiani, anch'essi perseguitati dai Boxer. Nonostante intensi assalti giornalieri, le legazioni riuscirono a resistere.
Per tentare di rompere l'assedio delle legazioni si costituì l'Alleanza delle otto nazioni, che coalizzò Regno Unito, Stati Uniti d'America, Impero tedesco, Impero austro-ungarico, Francia, Regno d'Italia, Impero russo e Giappone contro la Cina. Dopo che la spedizione Seymour, primo tentativo di soccorso fallimentare, fu respinta dalle difese cinesi, nell'agosto 1900 con la spedizione Gaselee le truppe delle otto nazioni riuscirono a raggiungere Pechino e a cacciare i ribelli, liberando così i sopravvissuti delle legazioni. Come rappresaglia all'attacco dei Boxer, annientati nel giro di poco tempo dai soccorsi occidentali, Pechino fu sottoposta a un brutale saccheggio. La sconfitta della Cina nell'assedio delle legazioni e nella rivolta dei Boxer fu fatale al potere imperiale: umiliata dal Protocollo dei Boxer, la durissima pace imposta dalle potenze coloniali, la dinastia Qing fu infine abbattuta nel 1912 dalla rivoluzione cinese. Sebbene in maniera semplificata, l'assedio è trattato nel film 55 giorni a Pechino (1963).
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